Disturbi del comportamento alimentare (DCA)
Cosa sono i disturbi alimentari
I disturbi del comportamento alimentare sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari.
Le persone che ne soffrono, attribuiscono un’eccessiva importanza all’alimentazione, al peso, alle forme corporee e al loro controllo.
Infatti, mentre la maggior parte delle persone si valuta sulla base delle prestazioni che percepisce di eseguire in varie aree della sua vita, quelle con disturbi dell’alimentazione giudicano il loro valore largamente, e in alcuni casi esclusivamente, in termini di alimentazione, peso, forma del corpo e loro controllo.
Le persone affette da tali disturbi presentano dei comportamenti tipici:
- si pesano frequentemente o evitano di pesarsi per paura di essere aumentate di peso
- controllano continuamente parti del proprio corpo allo specchio, prendono in mano le pieghe del grasso, misurano parti del corpo
- confrontano il proprio corpo con quello di altre persone
Altra manifestazione della patologia è il disprezzo nei confronti del proprio corpo,
che si esprime attraverso l’evitare di guardare il proprio corpo o di esporre parti del corpo alla vista degli altri.
Le persone si sentono grasse, gonfie e piene; e la continua ricerca della magrezza e la paura di ingrassare non si riduce con la perdita del peso.
Inoltre, è frequente che chi soffre di questo disturbo si sottopone a:
Spesso, però, le regole dietetiche, proprio perché sono estreme e rigide, vengono rotte e si verificano gli episodi bulimici che, anche se sono seguiti da comportamenti di compenso, ad esempio il vomito auto-indotto, mantengono una situazione di bilancio energetico in pareggio.
Questa situazione, chiamata restrizione dietetica cognitiva, ma non calorica, è tipica delle persone con disturbi dell’alimentazione non sottopeso.
che si esprime attraverso l’evitare di guardare il proprio corpo o di esporre parti del corpo alla vista degli altri.
Le persone si sentono grasse, gonfie e piene; e la continua ricerca della magrezza e la paura di ingrassare non si riduce con la perdita del peso.
Inoltre, è frequente che chi soffre di questo disturbo si sottopone a:
- regole dietetiche estreme e rigide
- praticare un’ attività fisica eccessiva e compulsiva
- può presentare vomito auto-indotto
- fare un uso improprio di lassativi e diuretici
Spesso, però, le regole dietetiche, proprio perché sono estreme e rigide, vengono rotte e si verificano gli episodi bulimici che, anche se sono seguiti da comportamenti di compenso, ad esempio il vomito auto-indotto, mantengono una situazione di bilancio energetico in pareggio.
Questa situazione, chiamata restrizione dietetica cognitiva, ma non calorica, è tipica delle persone con disturbi dell’alimentazione non sottopeso.
Principali Disturbi del comportamento alimentare
I principali Disturbi del Comportamento Alimentare sono:
- L'Anoressia Nervosa
- La Bulimia Nervosa (BN)
- Il Disturbo da Alimentazione incontrollata o Binge Eating Disorder (BED) che rientra tra i Disturbi dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificati (NAS), categoria che raggruppa i disturbi alimentari che non rientrano nelle definizioni precedenti, ma che sono comunque clinicamente significativi
- Sindrome dei mangiatori notturni (NES) - Night Eating Syndrome. Questo Disturbo presenta le stesse caratteristiche della sindrome da alimentazione incontrollata, con l’unica differenza che le abbuffate avvengono di notte. Nei soggetti affetti da questa sindrome si riscontra di solito un' inversione del ritmo ormonale giorno-notte (melatonina che influisce sul sonno e leptina che influisce sull'appetito). In sostanza, chi soffre di NES non sarebbe altro che un soggetto affetto da Binge Eating Disorder con ritmo giorno-notte invertito.
- La sindrome “mastica e sputa” (chewing and spitting). I soggetti che presentano questo disturbo passano parte del loro tempo a masticare grandi quantità di cibo che poi non viene deglutito.Il disturbo da dieta cronicacaratterizzato da un controllo esasperato del peso, da una costante attenzione alla dieta e da sentimenti di angoscia ogni volta che questo varia. Le persone che controllano in questo modo il loro peso svolgono apparentemente una vita normale, ma le esigenze della dieta sono estremamente condizionanti, per cui può risultare problematico anche solo uscire a cena con gli amici.
- L'ortoressia dal greco orthos (corretto) e orexis (appetito). È una forma di attenzione abnorme alle regole alimentari, alla scelta del cibo e alle sue caratteristiche. Si sceglie di alimentarsi solo con cibi che si considerano salutari o dai quali si possono trarre reali o presunti benefici. Può essere dovuta alla paura, a volte maniacale, di ingrassare o di non essere in perfetta salute.
- La Bigoressia (conosciuta anche come vigoressia, dismorfia muscolare, anoressia inversa, complesso di Adone). È un disturbo del comportamento alimentare, che trova una sempre maggiore diffusione. Questo disturbo interessa soprattutto gli uomini, ed è molto diffuso tra coloro che praticano body building. Si manifesta con un attenzione ossessiva per la forma fisica e lo sviluppo dei muscoli.
- L'anginofobia. Si ha paura di deglutire e rimanere soffocati. Spesso, non viene diagnosticata sino ai 12/13 anni d’età. I soggetti che ne sono afflitti vivono un dramma quotidiano, in particolare, al momento dei pasti.Il malato vede nel cibo un nemico e soffre regolarmente di attacchi di panico. I soggetti che ne sono afflitti vivono un dramma quotidiano, in particolare, al momento dei pasti.Il malato vede nel cibo un nemico e soffre regolarmente di attacchi di panico.
Come si sviluppano e mantengono i disturbi del comportamento alimentare
Nella comunità scientifica, si è sviluppato un vasto consenso nel considerare i disturbi dell’alimentazione condizioni che originano dall’interazione multipla e complessa di fattori di rischio individuali, familiari e socioculturali.
Si ritiene che esistono fattori di rischio specifici per i disturbi dell’alimentazione che sono presenti solo nei disturbi dell’alimentazione e fattori di rischio generici presenti anche in altri disturbi psichiatrici.
I fattori di rischio individuali per i DCA sono il genere (femminile), l’età (adolescenza e prima giovinezza), essere stati in sovrappeso nell’infanzia e avere fatto diete dimagranti.
Fattori individuali sono anche alcune caratteristiche psicologiche, come i tratti ossessivi di personalità, la bassa autostima nucleare e il perfezionismo patologico; il rifiuto del corpo adulto e della sessualità; la cattiva relazione con l’adulto di riferimento; la distorsione dell’immagine corporea e un cattivo rapporto con il cibo, appreso fin dall’infanzia.
Un fattore di rischio familiare sembrerebbe essere un clima familiare in cui esiste una particolare attenzione per la cura dell’aspetto fisico e dell’alimentazione. Inoltre è stata rilevata una relazione significativa tra l’insoddisfazione del proprio aspetto fisico di uno dei due genitori e la presenza di un atteggiamento analogo nelle figlie femmine. Dagli studi effettuati, si evidenzia inoltre, la presenza di atteggiamenti ipercritici e ossessivi nelle famiglie di ragazze anoressiche.
Sulle caratteristiche individuali e familiari intervengono, poi, i valori socioculturali tipici del mondo occidentale, come la competitività, la richiesta di prestazioni straordinarie e l’esaltazione della magrezza.
Per quanto riguarda i fattori scatenanti o precipitanti si è visto che l’esperienza di una dieta dimagrante, nei soggetti predisposti, rappresenta un fattore scatenante di grande importanza.
Gli altri eventi chiamati in gioco non risultano molto diversi da quelli riportati per l’inizio di altre malattie psichiatriche e questo dato mette in risalto l’importanza dei fattori predisponenti per la comparsa del sintomo alimentare.Nella maggior parte dei casi gli eventi stressanti sono rappresentati da: separazioni e lutti, alterazioni dell’equilibrio familiare, esperienze sessuali, una malattia fisica acuta o un trauma accidentale.
Si ritiene che esistono fattori di rischio specifici per i disturbi dell’alimentazione che sono presenti solo nei disturbi dell’alimentazione e fattori di rischio generici presenti anche in altri disturbi psichiatrici.
I fattori di rischio individuali per i DCA sono il genere (femminile), l’età (adolescenza e prima giovinezza), essere stati in sovrappeso nell’infanzia e avere fatto diete dimagranti.
Fattori individuali sono anche alcune caratteristiche psicologiche, come i tratti ossessivi di personalità, la bassa autostima nucleare e il perfezionismo patologico; il rifiuto del corpo adulto e della sessualità; la cattiva relazione con l’adulto di riferimento; la distorsione dell’immagine corporea e un cattivo rapporto con il cibo, appreso fin dall’infanzia.
Un fattore di rischio familiare sembrerebbe essere un clima familiare in cui esiste una particolare attenzione per la cura dell’aspetto fisico e dell’alimentazione. Inoltre è stata rilevata una relazione significativa tra l’insoddisfazione del proprio aspetto fisico di uno dei due genitori e la presenza di un atteggiamento analogo nelle figlie femmine. Dagli studi effettuati, si evidenzia inoltre, la presenza di atteggiamenti ipercritici e ossessivi nelle famiglie di ragazze anoressiche.
Sulle caratteristiche individuali e familiari intervengono, poi, i valori socioculturali tipici del mondo occidentale, come la competitività, la richiesta di prestazioni straordinarie e l’esaltazione della magrezza.
Per quanto riguarda i fattori scatenanti o precipitanti si è visto che l’esperienza di una dieta dimagrante, nei soggetti predisposti, rappresenta un fattore scatenante di grande importanza.
Gli altri eventi chiamati in gioco non risultano molto diversi da quelli riportati per l’inizio di altre malattie psichiatriche e questo dato mette in risalto l’importanza dei fattori predisponenti per la comparsa del sintomo alimentare.Nella maggior parte dei casi gli eventi stressanti sono rappresentati da: separazioni e lutti, alterazioni dell’equilibrio familiare, esperienze sessuali, una malattia fisica acuta o un trauma accidentale.
Complicanze mediche e psichiche legate al DCA
Facendo riferimento all'anoressia nervosa, alcune delle conseguenze determinate dal protrarsi della malattia sono:
- perdita del senso naturale di fame e sazietà;
- fragilità ossea;
- insufficienza renale; aritmie cardiache;
- ipotensione e stati di debolezza;
- disturbi del sonno;
- mancanza di zinco e perdita di Sali;
- arie dentaria;
- cefalea;
- aumento della predisposizione alle infezioni dovuto alla diminuzione dei leucociti nel sangue;
- ipoglicemia;
- dolori addominali e rallentato funzionamento di tutti gli organi legati alla digestione;
- disturbi della crescita;
- perdita di capelli e crescita di una peluria diffusa;
- atrofia del seno e dei testicoli;
- diminuzione del desiderio sessuale o impotenza nei pazienti di sesso maschile;
- sterilità;
- Astenia;
- morte improvvisa;
- ansia;
- depressione;
- sbalzi di umore,
- irritabilità; inquietudine; disturbi della concentrazione;
- perdita di interessi e tendenza all'isolamento.
- gonfiore alle ghiandole salivari e corrosione dei denti;
- abrasione del dorso delle mani causato dal tentativo di indurre il vomito;
- possibili irregolarità del ciclo mestruale;
- lesioni e infiammazioni dell’esofago;
- dolori di stomaco;
- crampi muscolari;
- aritmie cardiache;
- compromissione della funzionalità renale;
- costipazione e flatulenza;
- vertigini e disturbi della circolazione;
- diminuzione dell’attività sessuale:; mal di gola.
- depressione;
- alterazioni dell’umore;
- stati di ansia o di stress;
- irritabilità; inquietudine;
- disturbi della concentrazione;
- sensi di colpa e vergogna.
La Cura
Il trattamento dell’anoressia nervosa, di solito non porta dei risultati in tempi brevi, e una buona prognosi è determinata dalla tempestività con cui vengono effettuati la diagnosi e il trattamento.
Inoltre, se il soggetto è motivato a farsi curare, le probabilità di guarigione aumentano notevolmente.
La terapia può essere condotta a livello ambulatoriale se la malattia è a uno stadio iniziale, poiché, in questi casi, la perdita di peso non è tale da creare complicazioni mediche ed è preferibile non allontanare il paziente dal suo ambiente familiare.
Quando invece il calo di peso è tale da mettere a rischio la vita stessa del malato è preferibile ricorrere al ricovero in ospedale o, nel caso di degenze prolungate, in cliniche specializzate.
Il trattamento dovrebbe essere effettuato da un’équipe multidisciplinare, composta da medici, dietisti, psicologi e psicoterapeuti.
Gli interventi effettuati per curare l’anoressia sono di tipologia diversa:
psicoterapia: essa può prevedere varie forme di terapia individuale, familiare e di gruppo;
terapia farmacologica: l’uso degli psicofarmaci può rivelarsi utile per curare gli stati di depressione, ansia e fobia;
terapia nutrizionale: un dietista ha il compito di rieducare il paziente a uno stile di alimentazione corretto;
gruppi di auto-aiuto: sono d’aiuto al malato per portarlo ad avere consapevolezza di sé e a riconoscere il proprio disturbo;
colloqui con i genitori e i familiari per aiutarli a conoscere la malattia e sostenerli durante il percorso di cura del soggetto anoressico.
Per quanto riguarda la Bulimia Nervosa e gli altri Disturbi del Comportamento Alimentare gli interventi sono gli stessi previsti per l’anoressia nervosa.
Inoltre, se il soggetto è motivato a farsi curare, le probabilità di guarigione aumentano notevolmente.
La terapia può essere condotta a livello ambulatoriale se la malattia è a uno stadio iniziale, poiché, in questi casi, la perdita di peso non è tale da creare complicazioni mediche ed è preferibile non allontanare il paziente dal suo ambiente familiare.
Quando invece il calo di peso è tale da mettere a rischio la vita stessa del malato è preferibile ricorrere al ricovero in ospedale o, nel caso di degenze prolungate, in cliniche specializzate.
Il trattamento dovrebbe essere effettuato da un’équipe multidisciplinare, composta da medici, dietisti, psicologi e psicoterapeuti.
Gli interventi effettuati per curare l’anoressia sono di tipologia diversa:
psicoterapia: essa può prevedere varie forme di terapia individuale, familiare e di gruppo;
terapia farmacologica: l’uso degli psicofarmaci può rivelarsi utile per curare gli stati di depressione, ansia e fobia;
terapia nutrizionale: un dietista ha il compito di rieducare il paziente a uno stile di alimentazione corretto;
gruppi di auto-aiuto: sono d’aiuto al malato per portarlo ad avere consapevolezza di sé e a riconoscere il proprio disturbo;
colloqui con i genitori e i familiari per aiutarli a conoscere la malattia e sostenerli durante il percorso di cura del soggetto anoressico.
Per quanto riguarda la Bulimia Nervosa e gli altri Disturbi del Comportamento Alimentare gli interventi sono gli stessi previsti per l’anoressia nervosa.
Domande e risposte sui DCA
Bibliografia
- American Psychiatric Association (2000). DSM IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (4th ed., Text Revision). Washington, DC: The American Psychiatric Association (Trad. it., DSM IV-TR Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Masson, 2002).
- Dalla Grave, R. (2003). Terapia cognitivo-comportamentale ambulatoriale dei disturbi dell’alimentazione. Verona: Positive Press.
- Fairburn C.G. Cognitive Behavior Therapy and Eating Disorder. Guilford, 2008. Fairburn C.G. Come vincere le abbuffate. Positive Press, 2008.
- Fairburn C.G. La terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell'alimentazione. Edizione italiana a cura di A. Carrozza e R. Dalle Grave. Eclipsi, 2010
- Fatati G. I disturbi del comportamento alimentare dall'anoressia al binge eating. Il Pensiero Scientifico, Roma, 2002.
- Favaro A., Santonastaso P., Anoressia e bulimia. Guida pratica per genitori, insegnanti e amici. Positive Press, 2002.
- Favaro A., Santonastaso P., “Epidemiologia e fattori di rischio” Anoressia e Bulimia Nervosa Nòos 1:2009; 15-20 Selvini Palazzoli M. (1963).
- L'anoressia mentale. Dalla terapia individuale alla terapia familiare. Feltrinelli, Milano, 1981.
- Todisco P, Vignai P. La fame infinita. Manuale di diagnosi e terapia del disturbo da alimentazione incontrollata. Centro Scientifico Editore, Torino, 2008.