Attacco di Panico
Cosa sono e come si manifestano
“…all’improvviso mi sono sentita morire: il mio cuore ha iniziato a battere all’impazzata, mi sono sentita soffocare e ho avvertito un forte senso di oppressione al petto… ho iniziato a sudare, tremavo.… la sensazione era di di morire… era come se ad un certo punto io mi distacassi da me stessa, dalla realtà circostante ….”
Questa è la descrizione di un attacco di panico fatto da una paziente, dalla quale si può comprendere quanto l’attacco di panico sia un’esperienza terrorizzante e violenta.
L’attacco di panico è caratterizzato da un’esperienza acuta di ansia che si manifesta all’improvviso attraverso una sintomatologia fisica e psichica che raggiunge il suo apice in una decina di minuti.
La durata media di un attacco è di circa 15-30 minuti.
Tra i sintomi fisici più comuni che caratterizzano il disturbo rientrano : respiro affannoso, palpitazioni, vertigini, senso di costrizione o dolore al torace, tremori, vampate di caldo o di freddo, debolezza alle gambe, tensione muscolare, sensazione di soffocamento o mancanza d’aria, sentirsi svenire, parestesie, sudorazione, nausea o nodo allo stomaco, visione annebbiata.
“…all’improvviso mi sono sentita morire: il mio cuore ha iniziato a battere all’impazzata, mi sono sentita soffocare e ho avvertito un forte senso di oppressione al petto… ho iniziato a sudare, tremavo.… la sensazione era di di morire… era come se ad un certo punto io mi distacassi da me stessa, dalla realtà circostante ….”
Questa è la descrizione di un attacco di panico fatto da una paziente, dalla quale si può comprendere quanto l’attacco di panico sia un’esperienza terrorizzante e violenta.
L’attacco di panico è caratterizzato da un’esperienza acuta di ansia che si manifesta all’improvviso attraverso una sintomatologia fisica e psichica che raggiunge il suo apice in una decina di minuti.
La durata media di un attacco è di circa 15-30 minuti.
Tra i sintomi fisici più comuni che caratterizzano il disturbo rientrano : respiro affannoso, palpitazioni, vertigini, senso di costrizione o dolore al torace, tremori, vampate di caldo o di freddo, debolezza alle gambe, tensione muscolare, sensazione di soffocamento o mancanza d’aria, sentirsi svenire, parestesie, sudorazione, nausea o nodo allo stomaco, visione annebbiata.
Tra i sintomi psichici sono presenti :sensazione di non riuscire a pensare chiaramente o di non riuscire a parlare, impressione che le cose intorno non siano reali, paura di morire, di perdere il controllo, o di comportarsi in modo bizzarro
Apparentemente alla base dell’attacco di panico sembrerebbe non esserci una ragione, ma in realtà benché non se ne abbia consapevolezza, un fattore scatenante esiste sempre; generalmente un attacco di panico insorge infatti in un periodo di particolare stress emotivo o fisico.
Gli attacchi di panico sono molto diffusi, risulta che circa una persona su quattro abbia avuto un’esperienza simile nel corso della vita.
In alcuni casi l’attacco di panico può strutturarsi in un disturbo da panico. Il disturbo da panico si caratterizza per la presenza di attacchi di panico spontanei e ripetuti e l’instaurarsi dell’ansia anticipatoria. Questa è una continua paura di andare incontro a un altro attacco incontrollabile. Quest’ansia anticipatoria porta a un adattamento nel funzionamento della persona, che a causa dell’ansia anticipatoria può iniziare a evitare luoghi e situazioni collegati ai precedenti attacchi, o manifestare altre complicazioni quali agorafobia, depressione, suicidio.
La terapia
Il disturbo da panico può essere curato con la psicoterapia, con la terapia farmacologica o con l’integrazione dei due interventi.
La terapia farmacologica , pur risultando efficace, agisce sui sintomi, non rimuovendo le cause, gli atteggiamenti mentali che hanno determinato il disturbo. Pertanto, non risulta essere risolutiva in quanto una volta interrotta la terapia, i sintomi possono ripresentarsi. La psicoterapia a differenza del trattamento farmacologico mira invece alla comprensione delle cause psicologiche che hanno dato origine al disturbo, e in molti casi risulta essere più risolutiva.
La modello psicoterapeutico che utilizzo prevede l’integrazione di diverse tecniche psicoterapeutiche: in una prima fase, il lavoro si concentra sulla riduzione dei sintomi, attraverso tecniche ad indirizzo corporeo che aiutano a gestirli, e tecniche di tipo cognitivo comportamentale utilizzate per modificare le credenze, le convinzioni che contribuiscono al mantenimento del disturbo. Le tecniche cognitive si sono rivelate utilissime per ridurre la sintomatologia, ma non sempre risolvono il problema definitivamente; pertanto ad un lavoro sui sintomi viene affiancato un lavoro ad un livello più profondo con lo scopo di risalire ai conflitti, alle cause che hanno determinato il disturbo.
Apparentemente alla base dell’attacco di panico sembrerebbe non esserci una ragione, ma in realtà benché non se ne abbia consapevolezza, un fattore scatenante esiste sempre; generalmente un attacco di panico insorge infatti in un periodo di particolare stress emotivo o fisico.
Gli attacchi di panico sono molto diffusi, risulta che circa una persona su quattro abbia avuto un’esperienza simile nel corso della vita.
In alcuni casi l’attacco di panico può strutturarsi in un disturbo da panico. Il disturbo da panico si caratterizza per la presenza di attacchi di panico spontanei e ripetuti e l’instaurarsi dell’ansia anticipatoria. Questa è una continua paura di andare incontro a un altro attacco incontrollabile. Quest’ansia anticipatoria porta a un adattamento nel funzionamento della persona, che a causa dell’ansia anticipatoria può iniziare a evitare luoghi e situazioni collegati ai precedenti attacchi, o manifestare altre complicazioni quali agorafobia, depressione, suicidio.
La terapia
Il disturbo da panico può essere curato con la psicoterapia, con la terapia farmacologica o con l’integrazione dei due interventi.
La terapia farmacologica , pur risultando efficace, agisce sui sintomi, non rimuovendo le cause, gli atteggiamenti mentali che hanno determinato il disturbo. Pertanto, non risulta essere risolutiva in quanto una volta interrotta la terapia, i sintomi possono ripresentarsi. La psicoterapia a differenza del trattamento farmacologico mira invece alla comprensione delle cause psicologiche che hanno dato origine al disturbo, e in molti casi risulta essere più risolutiva.
La modello psicoterapeutico che utilizzo prevede l’integrazione di diverse tecniche psicoterapeutiche: in una prima fase, il lavoro si concentra sulla riduzione dei sintomi, attraverso tecniche ad indirizzo corporeo che aiutano a gestirli, e tecniche di tipo cognitivo comportamentale utilizzate per modificare le credenze, le convinzioni che contribuiscono al mantenimento del disturbo. Le tecniche cognitive si sono rivelate utilissime per ridurre la sintomatologia, ma non sempre risolvono il problema definitivamente; pertanto ad un lavoro sui sintomi viene affiancato un lavoro ad un livello più profondo con lo scopo di risalire ai conflitti, alle cause che hanno determinato il disturbo.